Modelle Emergenti: intervista a Sofia Boriosi

Sofia Boriosi

Ecco nuovamente la nostra rubrica dedicata alle interviste (qui potete leggere tutte le altre) con una modella emergente, Sofia Boriosi che è stata così gentile da dedicare un po del suo tempo per farsi conoscere e rispondere alle nostre domande.

Chi è Sofia Boriosi?

Sofia è nata a Perugia, nel Maggio del 1988. Dal 2017 inizia a studiare recitazione per intraprendere la carriera di attrice. Mentre i primi lavori tra teatro e cortometraggi iniziano ad arrivare scopre di essere una modella cominciando a posare per molti tra i più famosi fotografi italiani. Sofia parla fluentemente 4 lingue oltre l’italiano (Inglese, Francese e Spagnolo) è una sportiva quasi professionista e sa suonare pianoforte e flauto. Eccola nell’intervista:

Intervista a Sofia Boriosi

Sofia dove e quando hai scattato per la prima volta “seriamente” per un fotografo?

Qualche anno fa a Barcellona durante uno shooting;

Fotomodella, passione per gli scatti o voglia di mostrare la propria bellezza?

Più che altro tutto nasce da un passato “particolare”: da adolescente, infatti, ho sofferto in maniera piuttosto grave di disturbi del comportamento alimentare, al punto di essere ospedalizzata diverse volte e questo mi ha portato ad avere un rapporto molto difficoltoso e distorto con la mia immagine. Ma anche a scegliere nella vita di buttarmi di testa in un mondo artistico, che da tempo mi “chiamava”, quello della recitazione. Purtroppo  un’attrice non può certo avere un problema con la propria immagine (la prima volta che nel mio percorso accademico mi misero davanti a una macchina da presa mi vennero degli attacchi di panico e poi piangevo per ore). Certo la mia immagine era molto cambiata negli anni, ma la dismorfofobia di cui soffrivo per il DCA non mi ha mai permesso di vedermi per come ero ma sempre e solo per come mi sentivo. 

Hai delle modelle che hai preso come riferimento anche solo per gli outfit o le acconciature ecc?

Io le fotografie le scattavo, non me le facevo scattare, neanche da bambina! Poi però nel 2020 è scoppiato il covid e il mio soggetto preferito, ovvero le persone per strada, non c’erano più, avevano il volto coperto da mascherine, erano pochi, scostanti, nessun turista. Così nel lockdown con mio fratello inizio a inventarmi qualche foto quasi buffa col telefono, papaveri che colorano le labbra, margherite sulle narici, nontiscordardimè come lentiggini, nulla di che.

I social a tuo avviso per la fotografia in generale rappresentano un pericolo o un’opportunità di crescita professionale?

Quando ho iniziato a scattare odiavo i social, tendevo a cancellare il profilo spesso e avevo un nome estremamente irriverente: sofiadenamignotta. Purtroppo lavorativamente ora mi servono molto. Mi permetto di dire purtroppo perché tutt’ora non li amo e tutt’ora sono causa di disturbo per me. Vi è mai capitato di essere tristi e attaccarvi a scrollare storie e foto di amici e non? Tutti belli, tutti felici, tutti magri, platinati, ricchi. E’ normale, chi condividerebbe il suo dolore, quello vero, il momento in cui si sta peggio con il mondo intero? Il dolore è riservato alle persone fidate, non a tutti, d’altronde non si dorme con chiunque. Allo stesso tempo non è così facile scrollarsi dal confronto con gli altri, confronto che ci lascia sempre perdenti, e soprattutto ricordare che in quel mondo non c’è nulla di vero. E’ oggettivo però che nel mio lavoro, che ha anche a che vedere con l’immagine e “l’influenza”, avere una vetrina del genere aiuta.

Cosa consiglieresti a ragazze che si affacciano a questo mondo ?

Indubbio è anche che finchè lavori senza un’agenzia nessuno ti tutela da maniaci, i cosidetti fottografi, ovvero che fotografi non sono neppure lontanamente vogliono solo avere tra le mani una ragazza, persone che ti disturbano, ti assillano. In particolare, attente ragazze, chiedete sempre in giro e sappiate che chiedere non basta. Di persone con intenti non limpidi nel mondo fotografico è davvero pieno, e potrei davvero raccontarne di ogni. Per quanto possibile fatevi accompagnare da persone fidate o trovate qualcuno con cui confrontarvi e capire, ed è importante anche sapere che le proprie immagini rimangono e rimarranno, per quanto credo che la società possa già essersi liberata dello scandalo che può essere aver approfittato dell’ingenuità di una ragazza per avere materiale non consensuale o peggio.

Una tua considerazione su chi ha poca fiducia in se stesso….

Anche se è un mondo che mi sento di consigliare a chi una buona consapevolezza di sé la ha, e magari deve aggiustare un poco il proprio rapporto con l’immagine, facendosi scattare fotografie si cresce e si capisce sempre meglio cosa si è e come si può essere, il proprio phisique du role direi a teatro, quello che il mondo può percepire superficialmente di te. E permette di scoprire che la bellezza non c’entra nulla con il canone estatico, ma dev’essere un lavoro di costruzione e coscienza di sé, senza nascondersi, d’altronde un corpo non ha bellezza oggettiva o assoluta, insomma non può essere perfetto perché il perfetto prevede il divino e l’immobile, il corpo cambia, si cresce, cambiano i capelli, si dimagrisce, s’ingrassa, si invecchia, rimangono cicatrici, una parte è più storta, l’altra troppo gialla, qua ho un neo, ma quante volte vi è capitato di innamorarvi dei nei nella schiena di un vostro amato? E volerne fare una costellazione? Credo profondamente che la fotografia possa essere un mondo per chiunque, ma anche davvero che c’è da fare attenzione.

 

Chi volesse seguirla su instagram trova la sua pagina a questo link https://www.instagram.com/sofia.boriosi/

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